I focus precedenti

Spesso le relazioni industriali sono delegate a specifici responsabili, che cercano di fare sintesi tra le esigenze operative e le richieste dei sindacati. Il problema di questo approccio? Può creare distacco tra le due aree, con conseguenze negative sulla gestione quotidiana del lavoro. Meglio allora investire in momenti di incontro per confrontarsi su organizzazione, qualità, competitività e produzione
In un contesto economico instabile, il confronto tra sindacati e aziende rischia di farsi più teso. Trasparenza, dialogo costante e visione condivisa sono gli ingredienti per trasformarlo in una collaborazione volta a garantire flessibilità e continuità operativa. Il valore aggiunto dei direttori operations a questo confronto? Toccano con mano le esigenze quotidiane dei lavoratori e sanno come renderle compatibili con la strategia aziendale
Coinvolgere attivamente gli operatori è essenziale: spesso sono proprio loro a suggerire soluzioni per ottimizzare i processi, ridurre gli sprechi e migliorare l’efficienza. Chi sta sul campo ha un punto di vista privilegiato su cosa non funziona e dove si può intervenire. Ignorarlo significa rinunciare a margini di miglioramento preziosi. E le aziende che lo hanno compreso (e che hanno strutturato processi per raccogliere e valorizzare questi contributi) sono spesso un passo avanti ai competitor
Domanda altalenante, assenze, sostituzioni, competenze: come può un operations manager organizzare il personale produttivo e rispondere alle variabili quotidiane? La pianificazione, anche attraverso l’utilizzo di software e tecnologie digitali, è fondamentale, ma a questa si deve aggiungere la formazione continua tramite, per esempio, strategie di job rotation. Così da far sì che le competenze interne siano sempre allineate agli obiettivi di produttività