I focus precedenti

Le barriere commerciali sono deleterie per le catene di fornitura odierne, sempre più globali e sempre più complesse, perché aumentano le spese delle aziende limitandone l’efficienza. Una riconfigurazione della logistica è necessaria per sopravvivere, ma deve essere basata su una logica diversa da quella del costo minimo e privilegiare valutazioni su affidabilità e flessibilità. Ma non basta: le aziende devono investire in tecnologie sempre più sofisticate di monitoraggio e rafforzare ridondanza e diversificazione
La scossa di protezionismo innescata dalla seconda presidenza Trump ha acuito le difficoltà nella gestione della supply chain. Tra tecnologie sempre più sofisticate, l’uso di rotte logistiche alternative che attraversano “country soggetti a dazi inferiori” e la “modulazione della saturazione delle linee produttive nei diversi plant”, come spiega il Partner e Ceo di auxiell Riccardo Pavanato, ecco come si stanno muovendo le aziende per assicurare la continuità produttiva
Adeguarsi a regolamenti e standard elevati, investire in formazione, tecnologia e procedure di certificazione (spesso con costi e tempi rilevanti). E poi gestire con efficienza nuovi processi, una logistica differente e controlli qualità rigorosi. Solo superando queste sfide con flessibilità, anche le Pmi possono cogliere le opportunità di crescita e stabilità offerte dalla riconversione industriale e rafforzare la loro competitività
Che sia per ampliare la propria offerta, per rispondere a una crisi o per evolvere, la diversificazione e la riconversione sono un asso nella manica per competere. Per i direttori operations non si tratta solo di aggiungere o togliere macchinari per aumentare la flessibilità e ridurre i setup, ma di riprogettare i flussi e coordinare le competenze, continuando a mantenere la continuità operativa e a garantire gli standard di qualità
Che cosa può fare un direttore operations per favorire al contempo innovazione e sostenibilità nella sua azienda? Le tre modalità principali partono dalla component addition, l’integrazione di nuovi elementi a risparmio di risorse, e passano per il subsystem change, in cui vengono modificati parte del flusso di lavoro o dell’architettura dei prodotti per usare meno materiali. Fino al system change: una trasformazione più profonda che può arrivare anche a capovolgere i modelli di business
Innovazione fa rima con miglioramento continuo. Ma affinché sia effettiva gli operations devono superare la frammentazione delle iniziative. Tra cicli Pdca e piloting, la sfida sta nell’integrare le diverse iniziative in un piano complessivo e coerente. Con un punto ben chiaro: non è la tecnologia che fa il processo, ma deve esserci in primis una pianificazione che permetta di allineare obiettivi, investimenti e misurazione dei risultati
In un mondo caratterizzato da instabilità e incertezze, i direttori operations sono chiamati a ripensare costantemente i loro processi, per restare competitivi e per affrontare le sfide della twin transition. Per questo il loro ruolo si è trasformato: non sono più solo i custodi dell’efficienza, ma agenti di cambiamento strategico. Per rispondere a questa esigenza la loro formazione deve evolversi, andando oltre i tradizionali modelli di efficienza e includere un mix di competenze digitali, sostenibilità e soft skills
Strutturare il lavoro in modo impeccabile e organizzare i processi con rigore: tradizionalmente, sono state queste le competenze ricercate in ogni direttore operations. Ma in un mondo produttivo sempre più complesso c’è ora necessità di saper cambiare, riadattando le strategie e il modo in cui esse vengono eseguite. Investire nella formazione dei direttori operations deve allora andare oltre, per dotare le imprese di guide capaci di navigare le sfide di oggi e cogliere le opportunità di domani