I focus precedenti

A far funzionare gli Okr non è il template, ma una guida che li trasforma in pratica di reparto. Il punto di svolta è un referente chiaro, il ‘pastore degli Okr’, che tiene insieme definizioni, fonti del dato e allineamento tra reparti. Da dove si comincia? Dalla ciclicità trimestrale: abbastanza corta per correggere, abbastanza lunga per vedere l’effetto a valle
Ogni impresa deve affrontare la complessità del tradurre la strategia che ha definito in azioni. I direttori operations possono diventare un perno di questo processo, traducendo la prima in una serie di step operativi misurabili tesi a realizzare ciò che, altrimenti, rimarrebbe solo una visione. Disciplina, responsabilità definite e dialogo cross-funzionale: così lo strumento degli Okr diventa un vero e proprio motore di innovazione e cambiamento
A tenere insieme la catena del valore non è un algoritmo, ma la capacità dell’impresa di abbandonare una logica verticale per passare a un’organizzazione di flusso, orizzontale e continua. Spesso il cambiamento scatta con una crisi che obbliga a rimettere mano al disegno. Da dove si comincia? Dalla capacità di leggere i segnali in anticipo e fare benchmarking sui ‘best in class’, mettendo in campo mid-process owners capaci di sovrintendere acquisti, produzione e logistica in un unico percorso
Sapere come si muovono materiali e informazioni nelle aziende è fondamentale per reagire con prontezza ai cambiamenti. Il Total Flow Management è un utile strumento per integrare la Lean lungo tutta la supply chain, ma non una soluzione magica: il suo successo dipende dalla capacità di mantenere il focus sull’efficienza complessiva (a costo, a volte, di sacrificare l’ottimizzazione di singole parti)
Il just in time, per anni mantra dell’efficienza, mostra oggi le sue fragilità di fronte a catene sempre più lunghe e imprevedibili. Da qui la necessità di guardare oltre il prezzo, con il Total Cost of Ownership a orientare make-or-buy e scelte di scorta differenziate e mirate. E in questo quadro il nearshoring non è più solo uno slogan mentre la tecnologia - già disponibile - diventa davvero strumento solo se accompagnata da un cambio culturale
Oggi rendere la logistica più resiliente significa fare sempre di più analisi di scenario. I direttori operations sfruttano perciò tecnologie avanzate per attutire l’impatto dei tempi di consegna, che continuano a restare lunghi a seguito delle crisi (geopolitiche ed economiche) degli scorsi anni. E per evitare ritardi in produzione agiscono sulla gestione delle scorte e del rischio, creando le condizioni per una maggiore visibilità sulla supply chain
Quello della gestione delle scorte è un tema che ha risvolti anche dal punto di vista finanziario: gli analisti di settore guardano sempre di più alla composizione e alla velocità di riduzione dello stock. Occhio perciò anche alla proliferazione di varianti, che frammenta i volumi e rende la previsione della domanda più difficile. Una possibile cura? Forecasting avanzato tramite l’Ia e machine learning, per correlare fattori esogeni e affinare i profili di scorta
Il magazzino non è uno spazio in cui impilare prodotti o semilavorati: saperne gestire le scorte massimizza l’efficienza, garantisce la continuità operativa e riduce gli sprechi. Tra crisi e volatilità gli strumenti per farlo sono tanti, ma il punto resta uno. Pavanato (auxiell): “Bisogna collegare pianificazione ed esecuzione, domanda e processi. Perciò il Sales and Operations Planning è imprescindibile”