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Le soluzioni ‘plug-and-play’, che una volta acquistate basta installare per ottenerne beneficio, non esistono. Perciò anche quando si parla di gestione dell’innovazione si tratta di industrializzare un processo. In questo senso, la tecnologia dovrebbe aiutare a risolvere i problemi di fondo e non fare da palliativo a una questione più profonda. Per questo prima di implementare qualsiasi soluzione bisogna comprendere chiaramente quali sono le vere necessità dell’azienda
La competitività globale, la gestione di catene logistiche interrotte o critiche e l’integrazione di soluzioni innovative come l’Ia: le aziende Champions hanno attraversato tutte queste svolte. E hanno saputo ‘crescere nonostante’. Alla base, lo hanno raccontato i loro direttori operations, ci sono anche una gestione agile e innovativa dei processi, così da rendere più rapidi i tempi di risposta e adattarsi con flessibilità
L’Ia è utilizzata nel 19% dell’imprese, ma in quelle più piccole l’impiego scende all’8%. Esiste perciò un’importante opportunità di crescita di questo strumento, a patto che si ripensino i processi, i ruoli e le competenze. L’integrazione con le operations aziendali esistenti passa infatti per una loro mappatura approfondita, ma anche attraverso la formazione del personale. E se la Private Ai può sembrare solo una cosa ‘da grandi’, anche i più piccoli hanno dei vantaggi, come la prossimità con il cliente e la flessibilità operativa
Le piattaforme interne di Ia rappresentano un’opportunità nella gestione delle operations: le soluzioni di efficientamento e di ottimizzazione possono essere infatti personalizzate su ogni singola realtà. La sfida per i direttori operations sarà allora quella di bilanciare gli investimenti con i ritorni effettivi che una gestione più intelligente e mirata dei processi, ma anche sviluppare roadmap di ampio respiro per scalare le iniziative di Ia facendo crescere l’infrastruttura man mano che le esigenze evolvono
Le barriere commerciali sono deleterie per le catene di fornitura odierne, sempre più globali e sempre più complesse, perché aumentano le spese delle aziende limitandone l’efficienza. Una riconfigurazione della logistica è necessaria per sopravvivere, ma deve essere basata su una logica diversa da quella del costo minimo e privilegiare valutazioni su affidabilità e flessibilità. Ma non basta: le aziende devono investire in tecnologie sempre più sofisticate di monitoraggio e rafforzare ridondanza e diversificazione
La scossa di protezionismo innescata dalla seconda presidenza Trump ha acuito le difficoltà nella gestione della supply chain. Tra tecnologie sempre più sofisticate, l’uso di rotte logistiche alternative che attraversano “country soggetti a dazi inferiori” e la “modulazione della saturazione delle linee produttive nei diversi plant”, come spiega il Partner e Ceo di auxiell Riccardo Pavanato, ecco come si stanno muovendo le aziende per assicurare la continuità produttiva