Quando ogni operatore, con standard chiari e frequenze definite, esegue attività minime di manutenzione le anomalie emergono prima di trasformarsi in guasti. È questo il vantaggio della ‘manutenzione autonoma’ secondo questo articolo dell’Hbr. Come renderlo tangibile? Calcolando la ‘capacity at risk’, i minuti di fermo attesi per turno o per settimana. E così i fermi diventano una scelta (e non incidenti che minacciano la capacità produttiva disponibile)
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