I focus precedenti

Spesso le relazioni industriali sono delegate a specifici responsabili, che cercano di fare sintesi tra le esigenze operative e le richieste dei sindacati. Il problema di questo approccio? Può creare distacco tra le due aree, con conseguenze negative sulla gestione quotidiana del lavoro. Meglio allora investire in momenti di incontro per confrontarsi su organizzazione, qualità, competitività e produzione
In un contesto economico instabile, il confronto tra sindacati e aziende rischia di farsi più teso. Trasparenza, dialogo costante e visione condivisa sono gli ingredienti per trasformarlo in una collaborazione volta a garantire flessibilità e continuità operativa. Il valore aggiunto dei direttori operations a questo confronto? Toccano con mano le esigenze quotidiane dei lavoratori e sanno come renderle compatibili con la strategia aziendale
Coinvolgere attivamente gli operatori è essenziale: spesso sono proprio loro a suggerire soluzioni per ottimizzare i processi, ridurre gli sprechi e migliorare l’efficienza. Chi sta sul campo ha un punto di vista privilegiato su cosa non funziona e dove si può intervenire. Ignorarlo significa rinunciare a margini di miglioramento preziosi. E le aziende che lo hanno compreso (e che hanno strutturato processi per raccogliere e valorizzare questi contributi) sono spesso un passo avanti ai competitor
Domanda altalenante, assenze, sostituzioni, competenze: come può un operations manager organizzare il personale produttivo e rispondere alle variabili quotidiane? La pianificazione, anche attraverso l’utilizzo di software e tecnologie digitali, è fondamentale, ma a questa si deve aggiungere la formazione continua tramite, per esempio, strategie di job rotation. Così da far sì che le competenze interne siano sempre allineate agli obiettivi di produttività
Nel 2019 la Commissione Europea ha introdotto il concetto di doppia materialità. Le aziende devono ora rendicontare sia ciò che le riguarda come soggetti economici sia ciò che provocano nella società e nell’ambiente. In questo modo la sostenibilità non è più solo un tema ‘reputazionale’, ma diventa una questione operativa e strategica, che mette i direttori operations al centro di questa transizione
Piani operativi, nuove tecnologie, supply chain e formazione sono solo alcune delle sfide che gli operations manager affrontano per diminuire l’impatto delle proprie aziende. Molto spesso, però, le best practice si scontrano con una filiera che ha bisogno di essere accompagnata in questi cambiamenti. Benetti (Davines Group): “Non è facile portare questa consapevolezza ad altre realtà, ma dobbiamo lavorare per diffondere questa cultura”
L’anno in corso sta portando con sé nuove sfide per supply chain e commercio omnichannel. Quali sono allora i trend da tenere d’occhio? Dalla sempre maggior ingerenza dell’Ia a processi di approvvigionamento agili e flessibili, passando per la logistica inversa, che da centro di costo può diventare una leva per l’efficienza operativa, e le supply chain ‘su misura’, in cui ogni elemento è scelto a seconda delle esigenze specifiche dell’azienda: ecco quelli individuati da Roberto Vismara
Un solo magazzino centralizzato o tanti hub logistici? Se il primo caso offre maggiore controllo sulle scorte e costi di magazzino inferiori, con il secondo si garantiscono tempi di consegna più brevi e una elevata flessibilità. Sta ai direttori operations disegnare la catena distributiva e pianificare l’integrazione multicanale secondo le esigenze aziendali